I musei delle contrade di Siena

State pensando di fare una vacanza a Siena ed esplorare il territorio intorno? Conoscete le contrade di Siena? Sapevate che ogni contrada senese ha il suo museo?

 

Partiamo dal principio: Siena è divisa in 17 contrade, ognuna delle quali ha un preciso territorio all’interno della città.Queste si sfidano due volte all’anno in occasione del famoso Palio, che si corre il 2 luglio e il 16 agosto in Piazza del Campo.

Per conoscere la storia delle contrade si possono visitare i loro musei, dove poter scoprire le vicende più importanti, le caratteristiche, le leggende e i Drappelloni vinti da ogni contrada.

Gli appassionati di storia si potranno divertire a scovare tutti i musei delle contrade, come se stessero partecipando ad una caccia al tesoro. In molti di questi musei sono in mostra oggetti all’apparenza simili, ma in realtà ognuno di questi custodisce tanti tesori unici e curiosità legate alla storia della contrada di riferimento.

Cosa si trova nei musei di contrada?

Nei musei di contrada, è tipico trovare una Sala delle Vittorie, dove sono esposti i diversi drappelloni assegnati alle contrade nel tempo ogni volta che sono state vincitrici del Palio. Il Drappellone o Palio, che i senesi chiamano il “cencio”, è il trofeo che viene consegnato alla contrada che ha vinto ed è un dipinto originale realizzato sempre da artisti diversi su uno stendardo di seta, che poi dopo il Palio viene fatto sfilare per le strade della città. Nella Sala delle Vittorie si possono ammirare anche i masgalani, premi che vengono assegnati alla contrada che è risultata la migliore nei cortei storici che precedono il Palio, per eleganza e coordinazione.

Un’altra sezione che si trova spesso in questi musei è quella dedicata alla storia religiosa della contrada, nella quale sono esposte opere d’arte sacra provenienti dall’oratorio della contrada stessa o da altre chiese della città, ma anche oggetti sacri, paramenti e arredi.
Infine ogni museo ha una sezione storica, dove sono conservati i costumi, gli aneddoti e le particolarità della vita di ogni contrada.

Le contrade e i loro segreti

In ogni museo è possibile scoprire alcuni segreti delle contrade. Per esempio la contrada dell’Aquila conserva il drappellone più antico, mentre la contrada della Giraffa custodisce una testimonianza della storia del Palio, ovvero il drappellone “rubato” e il suo schizzo preparatorio.

Il Museo della contrada di Valdimontone, è stato progettato dall’architetto Giovanni Michelucci, mentre la contrada della Lupa espone nel suo museo una fotografia autografata da Giuseppe Garibaldi. Il Museo dell’Onda invece espone alcune opere di Giovanni Duprè, il famoso scultore nato in questa contrada, mentre il museo della contrada Pantera dedica un’intera sala all’illustre cantante d’opera Ettore Bastianini.

 

Cosa vedere?

Questi musei sono una delle peculiarità della Città del Palio e testimoniano la grande attenzione dei contradaioli nei confronti della memoria storica, poiché ogni museo custodisce l’eredità di quella Contrada, i costumi tradizionali, i drappelloni vinti, i cimeli.

Per visitare uno qualsiasi dei 17 Musei delle Contrade è necessario però un preavviso di 7 giorni minimo, perciò prima della partenza pensate a quali vorreste vedere tenendo conto del tempo a disposizione, dovrete contattare i musei almeno sette giorni prima per essere certi di poter esplorare da vicino il mondo, la storia, i segreti delle Contrade.

Cogliete l’occasione per farvi raccontare le origini di una Contrada, le rivalità e i rituali osservati da chi partecipa alla vita della propria Contrada. Ogni sede include sia l’oratorio che il museo, inoltre alcune contrade hanno cambiato luoghi nel corso della propria storia, è interessante scoprirne i motivi.

Sottolineamo che le Contrade partecipanti al Palio della Madonna Assunta sono 10, ovvero: Onda, Nicchio, Tartuca, Torre, Oca, Lupa, Istrice, Valdimontone, Chiocciola e Selva. Potreste chiedere perché le altre non partecipano…
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Ma dove alloggiare a Siena per scoprirne i segreti?

Durante il vostro viaggio alla scoperta delle contrade senesi, vi aspettiamo all’Hotel Il Giardino per rilassarvi in un oasi di pace a pochi passi dal centro storico di Siena. Da noi potrete godere di ogni comfort, dalla vista panoramica alla Spa.

 

Chi siamo?

L’Hotel Il Giardino, situato a Siena appena sotto le mura storiche del centro medievale, sorge sull’Antico Podere Angiolino che oltre 30 anni fa fu trasformato in un bellissimo albergo. Inizialmente dotato di 8 camere, l’Hotel Il giardino fu successivamente ampliato e arricchito di 12 nuove camere e di un gradissimo salone panoramico che offre una stupenda vista sulla città di Siena e sulla Torre del Mangia.

È proprio per questo che il nostro albergo gode di una posizione strategica che consente ai nostri ospiti di raggiungere facilmente il cuore della città, a soli 200m dal centro storico, 900m dal Piazza del Campo.

Il nostro team vi accompagnerà in questo soggiorno con professionalità e disponibilità in modo da accontentare ogni vostra esigenza.

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Il palio di Siena e la sua tradizione

Sicuramente avrete sentito parlare del Palio di Siena, ma come nasce? Quali sono le curiosità?

 

Il Palio di Siena è una competizione fra le diverse contrade di Siena nella forma di una giostra equestre di origine medievale.

La “carriera”, come viene tradizionalmente chiamata la corsa, si svolge due volte l’anno: il 2 luglio si corre il Palio, in onore della Madonna di Provenzano festa della Visitazione nella forma straordinaria, e il 16 agosto si corre il Palio in onore della Madonna Assunta.

In occasione di avvenimenti eccezionali, di ricorrenze cittadine o nazionali ritenute rilevanti e pertinenti (ad esempio: il centenario dell’Unità d’Italia), la comunità senese può decidere di effettuare un “Palio straordinario”, come avvenne alla conclusione dei due conflitti mondiali.

Le contrade che corrono il Palio di Siena oggi sono 17.

 

La storia del Palio di Siena dalle origini   

Fin dal 1200 la corsa di cavalli a Siena è stata testimoniata e documenti risalenti al 1100 ricordano anche di un “Palio di San Bonifazio”, il santo protettore della Cattedrale. Quando Siena divenne una delle più ricche città dell’Europa del Medioevo, il Palio fu l’evento conclusivo delle feste annuali in onore di Maria Vergine Assunta che è la patrona di Siena e del suo Stato. Il momento culminante delle feste era la cerimonia dell’offerta dei ceri e dei censi in Cattedrale, rito insieme religioso e politico, atto di devozione alla Madonna e di sudditanza. A correre il Palio in origne erano i nobili e i notabili sui loro cavalli. Le Contrade partecipavano, invece, ai giochi dove le grandi masse di contendenti si sfidavano su base territoriale.

 

L’epoca rinascimentale per il Palio

Nel periodo rinascimentale, i giorni del Palio erano diventate occasione mondane perché in città giungevano i grandi nomi dell’aristocrazia, alti prelati e sovrani europei. Da quando i signori smisero di combattere personalmente le guerre, delegate ai mercenari, cessarono anche di correre il Palio, delegandolo a fantini scelti. Così il Palio divenne per loro spettacolo da vedere, come le dispute al Colosseo degli antichi romani. Ma dopo la caduta della Repubblica di Siena del 1559, le feste persero il loro antico significato di trionfo cittadino.

Iniziarono perciò ad essere disputati diversi eventi come: palii rionali, l’Elmora, i Giochi di San Giorgio, i giochi delle pugna, pallonate, cacce dei tori, bufalate, asinate. Durante questi giochi, figuranti della Contrada entravano in Piazza del Campo accompagnati da carri allegorici rappresentanti animali esotici o fantastici dai significati allusivi a mitici eventi o a nobili virtù.

Nei primi decenni del seicento il Palio concluse il suo processo di trasferimento in Piazza del Campo e la sua trasformazione in festa popolare, come è conosciuto da noi oggi. Nel 1656, il Palio “alla tonda” divenne la forma di struttura definitiva e con cadenza regolare. Dalla metà del 1600 nasce invece l’istituzione della “tratta”, ossia l’assegnazione a sorte dei cavalli alle diverse Contrade, che prima avveniva al prato di Camollia.


Dal settecento ai giorni nostri

Il Settecento fu il secolo dell’introduzione di un secondo Palio, oltre a quello di luglio. Il Palio trovò inoltre la sua regolamentazione definitiva. Il 16 maggio 1721 il collegio di Balìa emise un bando che costituisce il moderno regolamento del Palio.

Agli inizi del Novecento, Contrade e Comune rinnovarono i costumi del Corteo storico: nel 1904 venne adottata definitivamente la foggia medievale-rinascimentale dei figuranti. Dal 1915 al 1918 il Palio venne sospeso, in coincidenza con la prima guerra mondiale e alla ripresa, con l’avvento del Fascismo, l’organizzazione del Palio passò sotto la direzione dell’Opera Nazionale Dopolavoro. Tra le due guerre il Corteo storico si rinnovò ancora: per le monture venne adottato infatti lo stile di fine Quattrocento.

Le attività del palio e delle contrade furono interrotte anche dalla seconda guerra mondiale, ma finita la guerra, nel 1945 venne organizzato il Palio straordinario del 20 agosto, passato alla storia come “il Palio della Pace”.

La vita paliesca moderna si concentra ormai su luoghi precisi, come l’oratorio, ossia il luogo più antico della Contrada, che funge da cappella per le cerimonie religiose sia della Contrada, sia dei suoi singoli membri, e la “Società di Contrada”, un circolo aperto quotidianamente e gestito dal volontariato degli abitanti delle contrade. Dentro Siena sono disseminate le fontanine che portano segni araldici delle Contrade e che vengono usate per il “battesimo contradaiolo”. Ogni Contrada dispone inoltre di una sede storico-museale.
Nel 2018, a distanza di 18 anni, si è tornati a correre un Palio Straordinario: l’occasione è rappresentata dal centenario della Prima guerra mondiale.

 

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